Castro
Castro Marina si trova praticamente a meta' strada lungo la costa alta che va da Leuca ad Otranto ed è nota per l'impareggiabile scenario della grotta Zinzulusa che si apre sul mare.
Le origini di Castro, risalgono ai Greci ed ai Cretesi. Nel corso della storia, Castro è stata dominata da diversi incursori, come i romani, i gotici ed i bizantini. I monumenti principali di Castro sono la Cattedrale ed il Castello. La cattedrale, fu costruita nel 1171, ha una base a croce latina, ed è composta da una sola navata con tre abside centrali, le pareti sono arricchite con tele raffiguranti la Madonna Annunziata, che è la protettrice della città, scene di vita dell’ Immacolata Concezione e dipinti di alcuni Santi.
Il castello di Castro, è stato costruito nel XIII secolo sui resti di un edificio bizantino. Nel 1480, così come accadde ad Otranto, la città fu invasa dai Turchi ed il castello venne semi distrutto.
Parlando di Castro, non possiamo dimenticarci della favolosa grotta della Zinzulusa situata sulla costa di Castro, lunga circa 150 metri, ed adornata da un gran numero di stalattiti e stalagmiti.
Castro Marina è sicuramente una delle migliori località marine del Salento da visitare, che offre storia cultura ed un mare meraviglioso, il posto ideale per le vostre vacanze nel Salento.
Le origini del nome |
Il toponimo deriva dal greco Καστρον (luogo fortificato, rocca). In epoca romana si latinizzò inCastrum e l'insediamento prese il nome diCastrum Minervae per la presenza di un tempio consacrato a Minerva. |
L'approdo di Enea |
Il poeta Virgilio, nell'Eneide, colloca il primo approdo di Eneain Italia a Castrum Minervae (di fronte a Butroto, nell'Epiro); il suo porto era dominato da un alto promontorio alla sommità del quale si ergeva il maestoso tempio consacrato alla deaMinerva. Gli scavi del 2007, che hanno interessato l'acropolidi Castro, hanno portato alla luce le tracce di un santuario probabilmente dedicato a Minerva, l'Atena dei Greci. Questa scoperta conferma il centro salentino come la miticaCastrum Minervae, approdo di Enea[5].
Nel III libro Enea pronuncia: "ci spingiamo innanzi sul mare (....) quando da lungi scorgiamo oscuri colli e il basso lido dell'Italia (...) Le invocate brezze rinforzano, e già più vicino si intravede un porto, e appare un tempio di Minerva su una rocca. I compagni ammainano le vele e volgono a riva le prore. Il porto è incurvato ad arco dalla corrente dell'Euro; i suoi moli rocciosi protesi nel mare schiumano di spruzzi salati, e lo nascondono; alti scogli infatti lo cingono con le loro braccia come un doppio muro, e ai nostri occhi il tempio si allontana dalla riva". |
Già nellapreistoria le grotte costiere, in particolare laRomanelli e laZinzulusa, hanno conosciuto la presenza umana. La nascita di un primo centro urbano avvenne al tempo delle migrazioniliburno-illiriche e pelasgiche (XVII-XVI secolo a.C.) quando dal vicino Epiromossero verso occidente popolazioni provenienti dalla penisola balcanica. Fu abitato dai Messapi (col nome diΛΙΚ ? sulla Mappa di Soleto) e daiGreci. Nel 123 a.C. divenne colonia romana con il nome di Castrum Minervae (così come lo si ritrova nellatavola peutingeriana).
In seguito alla divisione dell'impero romano, Castro divenne un possedimento di Bisanzio e subì frequenti attacchi ad opera degliAlani e degli Ostrogoti nel 378, deiVandali nel 456, dei Goti nel 543, deiLongobardi e degli Ungari. Nel 682 fu una delle prime città del Salento ad essere eletta a sede vescovile da papa Leone II. Con i Normanni e la successiva dominazione sveva, divenne un fiorente centro commerciale e sicuro caposaldo militare. Venne conquistata dagliArabi per undici anni che la considerarono centro importantissimo e nelle loro carte la indicarono come Al Qatara (il Castello).
Dal 1046 al 1068 Castro fu contesa tra Normanni e Bizantini. Nel 1103 fu elevata a Contea con la famiglia degli Altavilla. Nel 1270, la Contea di Castro, passò sotto il principato di Taranto. Nel corso dei secoli si succedettero i Biellotto, i De Franco, i De Bugiaco, gliOrsini del Balzo e i della Posta. Nel 1534 Carlo V concesse la Contea alla famiglia Gattinara. In questo secolo la città dovette subire devastanti incursioni ad opera dei pirati saraceni. Le più terribili, nel 1537 e nel 1573, la prostrarono definitivamente: conti e vescovi l'abbandonarono per sedi più comode e sicure; la popolazione superstite si trasferì nei casali dell'entroterra e l'antica Castrum Minervae rimase desolata. In seguito passò ai Ruiz de Castro, ai Lopez di Zunica e, dal 1777, alla famiglia Rossi che governò sino all'eversione della feudalità nel 1806[6].
L'abolizione della feudalità determinò il definitivo declino di Castro e la soppressione della diocesi nel 1818 ne fu il colpo di grazia. Il piccolo centro venne così aggregato al comune di Diso costituendone una semplice frazione.
La rinascita della cittadina e lo sviluppo della stessa in un attivo centro di pescatori, artigiani ed operatori turistici a partire dalla seconda metà del Novecento, determinò la restituzione dell'autonomia comunale nel 1975.
Simboli
Descrizione araldica dello stemma:
« d'argento al castello rosso, mattonato di nero, formato da tre torri, riunite da due cortine di muro, la torre centrale più alta, le torri munite di forti barbacani, merlate alla guelfa di quattro e prive di finestre, le cortine prive di merli e munite di due finestrelle, di nero, una e una, la torre centrale chiusa di nero, esso castello fondato sulla campagna di azzurro, fluttuosa di argento, e accompagnato negli angoli del capo da due lettere maiuscole "C", di azzurro, una e una. » |
(D.P.R. 29/03/1995) |
Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture religiose
Chiesa dell'Annunziata
La chiesa madre dell'Annunziata, già cattedrale dell'omonima diocesi soppressa nel 1818, fu costruita nel 1171, probabilmente sulle rovine di un tempio greco. I continui interventi e rifacimenti nel corso dei secoli hanno sensibilmente alterato la struttura originaria in stile romanico. È sede vescovile titolare dal 1969.
La facciata principale, ripristinata in un restauro del 2010 che ha interessato l'intera superficie esterna dell'edificio, si compone di un portale e di un rosone centrali. Lateralmente denota gli elementi tipici del romanico pugliese. L'interno possiede una pianta a croce latina ad un'unica navata terminante nel presbiterio. La navata fu più volte rifatta sino alla sostituzione del suo tetto in legno nel 1670. Lungo le pareti laterali si susseguono alcuni altari ospitanti le tele della Madonna Immacolata con i Santi Francesco d'Assisi e Francesco di Paola, della Madonna con Sant'Antonio di Padova e il Beato Luca Belludi, della Vergine Immacolata con i Santi Filippo Neri, Francesco di Sales, Ignazio di Loyola e Francesco Saverio, della Madonna con i Santi Gaetano di Thiene, Carlo Borromeo e Andrea Avellino, dell'Annunciazione, della Madonna del Rosario e della Visita di Maria a Sant'Elisabetta. L'altare maggiore, in stile barocco, fu edificato dai vescovi De Marco e Capreoli tra il 1670 ed il 1685. È un'opera scultorea di notevole interesse ed è arricchito da due tele di diverse dimensioni raffiguranti la Madonna Annunziata, protettrice della città.
La chiesa accoglie inoltre un affresco bizantineggiante di santa Lucia, il seicentesco pulpito ligneo, l'organo a canne del XVII secolo, l'urna lignea contenente le reliquie di santa Dorotea, compatrona di Castro, e alcune pregevoli statue processionali in cartapesta, fra cui quella della Madonna Annunziata.
Basilica bizantina
Si tratta dei resti di una chiesa di età bizantina (IX-X secolo), edificata su un precedente impianto paleocristiano. Sulle sue pareti rimangono tracce di affreschi riconducibili ad almeno tre distinti cicli decorativi. Si distinguono le immagini di sant'Onofrio, di san Giovanni Battista e del Redentore. NelXVIII secolo la struttura fu murata e utilizzata come cimitero.
Palazzo Vescovile
L'ex palazzo vescovile, addossato sul lato orientale della chiesa dell'Annunziata, fu riedificato tra ilXV e il XVI secolo, con continui interventi successivi. È stata la residenza dei vescovi di Castro fino alla soppressione della Diocesi nel 1818. Il palazzo si distribuisce su due livelli; al piano superiore si accede attraverso una scala esterna.
Altre chiese
- Chiesa del Santissimo Sacramento, metà XX secolo
- Chiesa della Madonna di Pompei - edificata a partire dal 1893, fu elevata a Santuario l'11 dicembre 1895 e costituita in parrocchia del Porto nel 1986.
Architetture militari
Castello
L'impianto più antico dell'attuale castello aragonese risale al XII-XIII secolo e fu costruito sui resti della rocca bizantina. Nel 1480, in seguito al saccheggio di Otranto, la città fu invasa dai Turchi ed il castello venne semidistrutto. Nel XVI secolo fu ristrutturato dai Gattinara, realizzando una nuova struttura difensiva a pianta quadrilatera, con quattro bastioni e un terrapieno. Nuovi e ripetuti danneggiamenti costrinsero successivamente il viceré spagnolo don Pedro de Toledo a potenziare ulteriormente la struttura. L'architetto senese Tiburzio Spannocchi progettò la completa ristrutturazione dell'assetto difensivo, con la costruzione del bastione a protezione della Porta Terra, della imponente torre sud, detta Torre Catalano, e di una cinta fortificata ad impianto esagonale allungato, munita di baluardi e torri di cortina nei punti strategici.
Il castello, a pianta rettangolare con quattro torri angolari di varia forma e dimensione, risulta composto da un ingresso protetto da un fossato e da ponte levatoio, ormai rimosso. Entrando si trova un cortile anticamente destinato al deposito di prodotti agricoli che venivano commercializzati, e un'ampia scala, ora scomparsa, con la quale si accedeva ai piani superiori. Nel cortile si affacciano inoltre le porte delle stanze del piano terra. La stanza di ponente si affaccia sul mare ed è dotata di un accesso esterno che porta agli orti sottostanti.
Mura
La cinta muraria che racchiude il centro storico di Castro si sviluppa per un perimetro complessivo di circa 700 metri ed è rafforzata dal poderoso castello e da alcune torri. La manutenzione dellemura, fu assicurata dal feudatario sino al 1806, anno in cui fu abolita la feudalità. Gran parte delle mura furono nel corso dei decenni utilizzate come fondamenta delle case perimetrali dell'antico abitato; restano comunque lunghi tratti di cortina e quattro tra torri e bastioni di varie dimensioni e forma.
L'ingresso al borgo antico avveniva e avviene tuttora, attraverso l'unica entrata, la cosiddetta Porta Terra, di cui è rimasto soltanto il nome, non essendoci più nessuna porta. Il nucleo antico di Castro costituisce l'unico esempio, nell'intera provincia, di cittadella fortificata situata su un'altura rocciosa prospiciente il mare.
Aree naturali
Grotte
Grotta ZinzulusaSulla costa, si trova la grotta Zinzulusa, unico sito carsico italiano tra i dieci mondiali segnalati dalKarst Waters Institute (KWI) come meritevole di tutela. Esistono inoltre altre grotte, come la grotta Romanelli, la grotta Azzurra e la grotta Palombara.
Rappresenta una delle più interessanti manifestazioni del fenomeno carsico nel territorio salentino. Il nome Zinzulusa deriva dalla presenza, al suo interno, di numerose stalattiti e stalagmiti che alla luce del sole ricordano tanti panni appesi (zinzuli in Salentino).
La grotta si è originata durante il Pliocene per effetto dell'erosione operata dall'acqua sul sottosuolo salentino. La grotta si articola in tre parti.
- Grotta Romanelli
Si tratta di una grotta costiera, posta nelle vicinanze della grotta Zinzulusa. È stata la prima grotta italiana a restituire resti d'arte parietale risalenti al Paleolitico, motivi incisi su osso e pietre con temi zoomorfi o in misura minore antropomorfi.
Bosco dello Scarra
Il Bosco, più recentemente denominato Parco delle Querce o dello Scarra è ubicato a Ovest dell'abitato, in un'area cinta da muretti a secco. È un bosco di lecci di notevole interesse, anche perché rara testimonianza dei lembi boschivi lungo la fascia costiera orientale del Salento.
È diviso in due parti: una pianeggiante a nord-est ed una rocciosa e scoscesa a sud-ovest, quest'ultima presenta un canale che costituiva il letto di un fiume. La parte pianeggiante è caratterizzata dalla presenza di notevoli esemplari di leccio (Quercus ilex) con tronchi che superano il metro di diametro, quella scoscesa è più fitta e impenetrabile. Il sottobosco è ricco di esemplari vegetali fra cui è possibile trovare: l'alloro (Laurus nobilis), il nespolo selvatico (Mespilus germanica), il biancospino comune (Crataegus monogyna), il terebinto (Pistacia terebinthus) l'ederacomune (Hedera helix), l'elleborine minore (Epipactis microphylla), un'orchidea molto rara, e la scrofularia nodosa (Scrophularia nodosa) molto diffusa nel Salento.
Il bosco, inoltre, ospita un numero elevato di specie animali, fra le quali il pettirosso, la tortora, l'occhiotto, l'upupa, la civetta, il fringuelloe l'usignolo.