Porto Cesareo
Salento.
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STORIA
La storia di Porto Cesareo affonda le sua radici fin nell’età di bronzo. Si sono succeduti
i Messapi, i Romani, sono arrivati i pirati, poi i briganti. Un viaggio affascinante da
conoscere quasi quanto le sue bellissime spiagge.
L’età Messapica - Magna Grecia
L’area era già abitata fin dai tempi più antichi nei pressi di Scalo di Furno e della Penisola
della Strea, dove sono stati ritrovati alcuni insediamenti di Messapi e Japigi risalenti dal
XVIII sec. a.C. (età del bronzo) al X sec. a.C.
L’età Romana
Le prime tracce della città di Porto Cesareo si hanno al tempo dei Romani
Il suo nome antico era Sasinae Portus, il Porto di Sasina. Si narra che i primi abitanti del porto siano venuti dall’isola di Saseno, un’isola nella Baia di Valona, probabilmente intorno al X-VII sec.a.C. La tradizione vuole che i Sasinesi fossero un gruppo etnico fiero e coraggioso, di audaci navigatori e pescatori che non vollero sottomettersi ai Gallipolini, gelosi per la pesca del tonno.
Dell’epoca romana non resta alcuna traccia tranne sette colonne monolitiche di marmo cipollino immerse nel mare, e questo nonostante Portus Sasinae era un importante scalo portuale per il commercio di prodotti agricoli delle zone interne.
Medioevo
Nei secoli successivi la zona cadde in decadenza e abbandono a causa dell’impaludamento
e delle scorrerie dei pirati. Intorno all’anno 1000 giunsero alcuni monaci basiliani che vi costruirono un’abbazia che utilizzarono fino al XV secolo, cioè fino a quando la località passò in mano al Principe di Taranto Giovanni Antonio Orsini. Nel 1483 Algerberto del Balzo comperò l’intero feudo con la città di Nardò. Dopo pochi anni, nel 1500, Re Ferdinando di Aragona e la Regina Isabella di Chiaromonte concedettero tutto il feudo di Nardò a Bellissario Acquaviva di Aragona per il suo aiuto offerto nella guerra d’Italia. Fu in questo periodo che inizio la costruzione delle torri costiere (Torre Cesarea, Torre Chianca o di Santo Stefano, Torre Lapillo o di San Tommaso, Torre Castiglione) che caratterizzano il panorama costiero salentino tutto. E fino al 1700 il feudo rimase in abbandono per la malaria e soprattutto per le continue incursioni dei pirati.
L’età Moderna e Contemporanea
Intorno alla metà del XVIII secolo la zona tornò a ripopolarsi, solo stagionalmente,
grazie a una tonnara che attirò alcune famiglie di pescatori, soprattuto tarantine,
che occuparono la penisoletta dell’attuale abitato di Porto Cesareo. Dopo una serie di
passaggi di proprietà tra gli antichi proprietari feudali della zona, nel 1847 il tribunale di
Lecce mise all’asta tutti i beni del Barone Ruggiero della Ratta. Il Barone aveva dilapidato
al gioco tutta l’immensa fortuna accumulata dalla sua famiglia. I beni della zona di Porto
Cesareo furono aggiudicati ai signori Giuseppe De Paolis e Vincenzo Berardini.
Ma già l’anno successivo, il 25 settembre del 1848 i beni furono ceduti a Don Francesco
Muci, un ricco signore di Nardò che si aggiudicò tutta la proprietà sita nella spiaggia
di Cesarea. Nell’atto di vendita si ha la prima descrizione dettagliata della zona e dei
suoi casamenti: “Una locanda confinante da Oriente a Mezzodì col lido del mare Ionico
composta di vari membri inferiori per uso di abitazione dei passeggeri, stalle, mulino
in ordine, forno, stanze per i marinai, cucina, cisterna, con una stanza a uso di bettola;
nonchè altri locali attaccanti da settentrione con la suddescritta locanda ma che si affittano
separatamente dalla stessa e da oriente col lido del mare Ionico, nei quali locali vi è un’altra
cisterna dentro vi si comprende ancora nei suddetti beni assegnatili in quelle adiacenze una cappella con arredi sacri, costituiti da 14 candelieri, un Crocefisso, ...Messale dei Santi ed un campanello per assistere alla celebrazione messala suddetta cappella confina da ponente con la Torre del Governo e da tramontana con la casa di don Antonio Gorgoni di Leverano più furono assegnati due stanze con cisterna dentro, denominate Casa delle Cozze, addette all’uso dei marinai, poste sulla stessa spiaggia di mare all’occidente della Torre, confinante da ponente col lido del suddetto mare Ionico, da scirocco con la Torre del Governo e da tramontana con i beni del premenzionato sig. Gorgoni, più un fondo macchioso, appellati demanio, dall’estensione di magge legali 27,vi si comprende un’abitazione di due stanze ed un fondo rustico di mogge legali 6, siti nell’isola denominata Lo Scoglio che viene divisa dal continente Cesareo per mezzo di un canale di mare, confinante quindi da tutti i lati con il predetto mare Ionico”… Era il primo nucleo abitativo di Porto Cesareo, nomi che ricorrono ancora adesso (Cozze, Scoglio,..). Successivamente,verso la fine del XIX secolo, i terreni attorno vennero frazionati e venduti alle famiglie di pescatori: cominciava a svilupparsi il primo impianto urbano.
L’abitato si sviluppò fino a contare qualche centinaio di persone e fu costruita la chiesa intitolata a S. Maria de Cesarea.
La rivolta d’Arneo
Durante il periodo fascista ci fu l’evento più importante della zona: la bonifica dell’Arneo.
Il centro crebbe notevolmente in importanza grazie al suo porto peschereccio e soprattutto
cominciò a crescere dal punto di vista turistico balneare.
Iniziava ad essere chiamato PortoCesareo.
Porto Cesareo oggi
Oggi Porto Cesareo è una delle destinazioni turistiche estive più importanti del Salento
con i suoi 17 km di spiaggia dorata in parte attrezzati e acqua molto limpida fronteggiate
da un arcipelago di isolotti ricchi di vegetazione e di fauna che conta specie molto rare.
Dal 1997 il Comune è sede di una delle 20 aree marine protette d’Italia per la presenza di
una ricchissima e diversificata comunità marina di elevato valore biologico.
AMBIENTE
Porto Cesareo abbraccia sia l’ecosistema di campagna dell’interno caratterizzato da
campi di ulivi, pascoli e coltivazioni di ortaggi, sia l’ecosistema della costa composto
da macchia mediterranea, dune e un ambiente marino con una grande biodiversità. Vi
sono due zone protette: la riserva naturale orientata regionale Palude del Conte e Duna
Costiera a terra e l’Area Marina Protetta in mare.
Riserva Naturale Orientata Regionale Palude del Conte e Duna Costiera
La riserva, assieme alla complementare area protetta in territorio tarantino, tutela
quanto rimane di quelle che un tempo furono le folte macchie di Arneo, terra di malaria,
di vaccari e di briganti, oggi complesso mosaico di ecosistemi comprendente l’intera
costa extraurbana di Porto Cesareo dalla rada di Torre Squillace fino a Punta Prosciutto,
prospiciente l’Area Marina Protetta che ne costituisce l’elemento di continuità. La riserva
Palude del Conte e Duna Costiera comprende tre aree relativamente omogenee.
La Penisola della Strea e il piccolo arcipelago di isolotti che fronteggiano l’abitato,
composto dall’Isola Grande e dagli scogli di Terra, Mojuso e della Malva, sono caratterizzati
da un ambiente fortemente salmastro con ampi salicorneti e scogliere a critmo-staticeto,
“locus” classico dello statice pugliese e perciò habitat prioritario tutelato dalle norme
comunitarie. Ma anche da endemismi puntiformi come la misteriosa Iris revoluto della
scoglio Mojuso e il ranuncolo di Baudot alla Strea, incluso nella Lista Rossa regionale. La
scarsa accessibilità rende questa parte del parco area di pascolo per numerose specie di
limicoli ed aironi, mentre le spiaggette esterne ospitano la nidificazione della sterna e
lasciano ben sperare per quella del raro gabbiano corso.
Le Spunnulate di Torre Castiglione sono una serie di affioramenti della falda dovuti ad
erosione carsica, singolari e semisconosciuti ecosistemi collegati per via ipogea, con la
presenza di flora salmastra – tra cui il subendemico spinaporci – e di fauna palustre, in
particolare pesci eurialini fra cui il raro nono. La parte più occidentale dell’area protetta
conserva ancora, nonostante la presenza di ampie aree urbanizzate, la sequenza tipica
dei litorali sabbiosi con la fascia dunare – a ginepro coccolone e col più raro fenicio – le
bassure retrodunari con giunchi e salicorneti, i relitti delle antiche Paludi del Conte, Fede
e Felicchie, col sistema dei bacini e canali in funzione di rete ecologica e sarbatoio di
naturalità caratterizzata da piante rare quali l’Ipomoea sagitta e l’orchidea palustre o
insolite come il cardo mariano, uccelli come il martin pescatore, il tufetto, l’usignolo di
fiume, il beccamoschino e il falco di palude, oltre che la testuggine palustre e una grande
varietà di libellule.
A monte del canale di intercettazione caratterizzato da un flusso costante di acqua
dolce e da una vegetazione idrofila, il Bosco di Arneo da pineta d’impianto si appresta
a ritornare bosco di latifoglie e conserva un interessante sottobosco con ciclamini,
pungitopo, viburno tino, clematide e la rara Anagyris foetida. Verso l’interno ampi tratti
di macchia e gariga.
Area Marina Protetta (AMP)
L’AMP è stata istituita nel 1997, ha una superficie marina di circa 17.156 ettari ed è adiacente
a tutta la linea di costa del comune di Porto Cesareo.
Si estende per circa 7 miglia dalla costa,tra Torre dell’Inserraglio e Punta Prosciutto e prevede una zona A di riserva integrale, una zona B di riserva generale e una zona C di riserva parziale.
Caratteristica peculiare di questo tratto del mare Jonio sono le formazioni di coralligeno abbondante e multicolore e la sovrapposizione di alghe, spugne e antozoi che ne fanno uno dei mari più belli. La bellezza di questi scenari ragginge l’apice quando i raggi del sole penetrano nelle decine di grotte marine presenti nella zona, resti di un carsismo molto attivo e visibile.
SPIAGGE E STABILIMENTI BALNEARI
Il mare di Porto Cesareo presenta caratteristiche fisiche e chimiche tipiche del mare
Mediterraneo e l’assenza di fiumi e la grande profondità del mare Jonio fanno sì che
l’acqua sia eccezionalmente limpida, anche subito dopo una mareggiata. Poderose
mareggiate, che raggiungono da forza 6 a forza 8, si verificano nei mesi da ottobre a
marzo, con venti di provenienza Sud-Est. In questo periodo, anche da Libeccio possono
spirare venti improvvisi e forti. Da maggio a settembre lo stato del mare è generalmente
compreso fra calmo e forza 3. Nei mesi caldi, la brezza fa sentire la sua azione: quella di
mare spira da mezzogiorno alle 5 del pomeriggio, mentre quella di terra da mezzanotte
alle 5 del mattino. In tutte le stagioni i venti provenienti da Nord appiattiscono il mare
sottocosta, ma spirano forti al largo: in queste occasioni la corrente marina, negli strati
superficiali quasi parallela alla costa proveniente da Nord-Ovest, diventa abbastanza
forte e spazza in brevissimo tempo i residui di eventuali precedenti mareggiate. Le
immersioni subacquee sono sempre possibili nei mesi estivi, sia quelle sottocosta
facendo snorkeling, sia quelle al largo con l’autorespiratore. Al largo, la costante
limpidezza delle acque permette in ogni occasione la possibilità di scattare belle foto e
fare ottime riprese.
L’attrazione principale di Porto Cesareo sono le sue spiagge. Ma, dove si trovano le
spiagge a Porto Cesareo? Torre Lapillo? Punta Prosciutto? Dalle telefonate che mi fate e
dalle email che mi mandate, è una domanda frequentissima, ecco una mia breve guida
alle spiagge della zona. Parto con il dirvi che Porto Cesareo è un comune abbastanza
ampio che si estende lungo una fascia costiera lunga chilometri e chilometri, per cui a
volte dire Porto Cesareo significa dire tutto e niente. Quando diciamo Porto Cesareo, ci
riferiamo anche alle sue località balneari di Torre Lapillo e Punta Prosciutto.
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